mercoledì 14 gennaio 2009

Appprendimento sequenziale versus apprendimento olistico

L'allievo quando arriva a scuola non è un analfabeta, nel senso che spesso ha familiarità con molti alfabeti, li sa usare ed essi sono parte del suo modo di pensare, rapportarsi, agire. D'altra parte, appare spesso analfabeta rispetto all'unico alfabeto su cui si basa la scuola, che è quello libresco. Da questa disparità e rigidità di aspettative nascono non pochi problemi.
Nel concreto realizzarsi delle sue funzioni educativa e formativa, la scuola scinde gli aspetti della soggettività, privilegiando quelli legati al possesso delle capacità logico-linguistiche necessarie alle "esigenze curricolari", creando così le premesse dell'insuccesso scolastico, della frustrazione, o al contrario del successo, inteso però come "convergenza", riconoscimento del dato, compiacenza verso esso, comunque immodificabile.
L'Apprendimento per compartimenti, impone di organizzare la mente come uno schedario: tanti cassetti distinti per scienze, matematica, storia e arti linguistiche. Mettendo tutte le cose che si imparano in piccole scatole.
L'apprendimento olistico ha un approccio diverso, gli studenti olistici, organizzano le loro menti come ragnatele. Ogni pezzo di informazione è un singolo punto, e quel punto è coscientemente relazionato con tonnellate di altri punti della rete. Non ci sono scatole in questa forma di apprendimento.
Se osserviamo la struttura del cervello, sarà subito chiaro perché l'apprendimento a compartimenti, organizzato come nei sistemi a directory dei computer, non funziona. Il cervello è esso stesso una rete di neuroni. Creare centinaia di associazioni tra idee, significa che non importa da dove cominci a pensare, alla fine puoi sempre arrivare alle informazioni che ti servono. Se una strada è chiusa per qualche ragione, puoi prendere una delle altre centinaia di alternative.
Penso che sia sempre più necessario andare verso l'idea di un profilo formativo dell'allievo (inteso come sistema di talenti e di padronanze) in grado di produrre apprendimento significativo (Ausubel) attraverso lo sviluppo di una offerta culturale ancorata a modelli esperti di conoscenza, cioè alla capacità di cogliere le relazioni e non solo le strutture dei saperi (competenze metacognitive), utilizzando un metodo, che aiuti alla navigazione tra saperi.


Letture consigliate:
Raffaele Simone, La terza fase. Forme di sapere che stiamo perdendo