martedì 28 luglio 2009

Pensieri estivi in libertà: giovani e alcol, educhiamo i genitori a fare i genitori.

A Milano, il 17 luglio 2009 la Giunta ha deliberato la sanzione di 450 euro, che risulta ridotta rispetto ai 500 euro di sanzione prevista dalla legge, se pagata subito; il sequestro cautelare delle bevande e la confisca amministrativa per chi detiene, consuma o a chi cede anche a titolo gratuito, bevande alcoliche di qualunque gradazione ai minori di 16 anni. La sanzione sarà notificata ai genitori dei minori.
Il 67% dei 13-15/enni, beve il sabato sera. Di questi, il 20% si ubriaca nel fine settimana. Tra i teenagers risulta sempre più diffuso il fenomeno del 'binge drinking', cioè bere per ubriacarsi sei o più bicchieri in una volta, come anche l'abuso fuori pasto e le 'happy hours': queste abitudini incrementano del 70% il rischio del ricorso dei giovani al pronto soccorso.
Non si può fare finta di niente, certo non basta solo proibire, ma proibire serve. E se oltre che proibire e punire si incentivassero con uno sgravio fiscale le discoteche e i pub che organizzano feste analcoliche? Ma anche questo non può bastare, non si può risolvere un problema enorme e complesso con alcuni interventi, bisogna agire più in profondità.
Pare che i giovani bevano perché si annoiano. Da alcune interviste realizzate fuori da scuole e dalle discoteche sono emersi risultati spaventosi; circa il 70% degli intervistati si ubriaca regolarmente al sabato sera, il 40% almeno due volte al mese; il 60% non si ricorda o ha solo un debole ricordo di quello che ha fatto nel fine settimana.
“Cosa c'è di bello a star male di proposito e a non ricordarsi nulla o in parte di quello ci quello che si è fatto? A queste domande l'80 % dei ragazzi ha risposto: perché è la moda di oggi e poi lo fanno anche i miei amici.
Bere è prevalentemente quindi un mezzo per provare sensazioni forti, Emanuele Scafato, direttore dell’osservatorio nazionale sull’alcol dell’Istituto superiore di sanità sostiene che «I ragazzi bevono perché li fa sentire “cool”, cioè “fighi”. Anche le pubblicità, rivolte sempre di più a loro, danno questa immagine. Chi beve è sempre trasgressivo, bello, alla moda». Ma gli effetti sulla salute sono devastanti. «L’organismo dei giovani è ancora in evoluzione: l’alcol può rallentare lo sviluppo mentale e alterare le emozioni. Prima euforizza e poi deprime. Non è un caso che ci siano tanti ragazzi svuotati, con crisi di ansia e sbalzi d’umore». E i genitori? «Sono distratti. Spesso elogiano il figlio che beve il primo bicchiere di vino: “Stai diventando un ometto”» continua Scafato. l’alcol non va sottovalutato diminuisce la capacità di attenzione del 40 per cento, e provoca la metà degli 8.000 decessi dei ragazzi causati da incidenti stradali».
Ma cosa possono fare i genitori? Innanzitutto cogliere i primi segnali, per i giovani è più facile trasgredire lontani dal controllo dei genitori e degli adulti. Non si amano perché non è stato insegnato loro ad amarsi ed a rispettare innanzitutto sé stessi. Stanno in branco più di prima perché si sentono soli, i genitori hanno poco tempo per loro. Hanno per baby sitter la Tv, la consolle dei videogiochi, Internet, tutto senza controllo.
Segnalo un un "decalogo" per aiutare i figli a non cadere nella trappola dell'alcol
( Fonte: http://www.iss.it/ofad/alco/cont.php?id=24&lang=1&tipo=4)
1. Incrementare la capacità critica su ciò che la pubblicità promette e che poi, di fatto, non trova riscontro nella realtà quotidiana.
2. Dare il buon esempio, creando un ambiente familiare in cui la presenza dell'alcol è visibile, ma discreta e il consumo moderato.
3. Parlare ai giovani, fin da quando sono bambini, dei danni e dei rischi legati all'alcol.
4. Insegnare ai giovani che prima dei 15 anni l'apparato digerente non è ancora in grado di “smontare” l'alcol, perché il sistema enzimatico non è completamente sviluppato.
5. Far sapere alle adolescenti che l'alcol nuoce al feto. Il nascituro non è dotato di sistemi enzimatici capaci di smaltire l'alcol.
6. “Preparare” i giovani, informandoli su come le performance individuali cambino sotto l'influenza di un abuso alcolico.
7. Insegnare ai ragazzi a leggere le etichette e analizzare con loro le bottiglie e le lattine contenenti alcol da cui sono attirati per la forma, il colore e il sapore.
8. Spiegare ai giovani che il nostro organismo richiede nel tempo quantità sempre maggiori di alcol per provare le stesse esperienze di piacere.
9. Dimostrare che ci si può divertire anche con le sole bevande analcoliche.
10. I genitori dovrebbero non favorire un consumo precoce dando sempre un esempio di moderazione.

E se si istituissero scuole per educare i genitori a fare i genitori? I genitori sono i primi educatori dei bambini, il ruolo educativo dei genitori è un ruolo costituzionalmente protetto: “è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio”)( Art.30, Cost.) ma questo ruolo viene svolto empiricamente, occorre creare Scuole per i Genitori che si occupino non delle patologie e non degli interventi speciali , ma della più comune, normale, ordinaria attività educativa e didattica. A cominciare dalla nascita, e anche da prima, i Genitori devono essere in grado di occuparsi della crescita fisica, psichica e culturale dei loro figli. Solo così gli insegnanti potranno fare meglio il loro dovere di educatori in seconda. Serve urgentemente costruire interventi di formazione dei genitori e la scuola come comunità educante fatta di adulti responsabili deve saper prestare attenzione ai bisogni dei minori, deve dimostrarsi capace di vigilare ed essere coerente sia nelle parole che nei gesti.
Pina De Martino

4 commenti:

luciano61 ha detto...

Pensieri autunnali... in semilibertà...vigilata...


Sarebbe bella una Scuola di eguali
dove non vi sian continui strali
negli orari pieni di buchi tanti
per coloro che sono semplici fanti,
mentre per gli amici dei potenti ci sono favori a venti a venti... E a chi non è addetto ai lavori
(leggi Commissione Orario)
di certo mancheranno i favori:
il sabato libero e tutto compresso
l'orario settimanale per il fesso
sarà un ideale al solito negato
per colpa di un 'conosciuto' Fato!
(che regolarmente si ripete ogni anno scolastico!)

Luciano Bubbola

luciano61 ha detto...

"Castigat ridendo mores" (Jean de Santeuil)
... ma non per questo tutto è risibile o comico... anche in Poesia la Verità rimane, senza dover scomodare la prosa o, peggio ancora, la 'prosaicità' di certe arbitrarie e vergognose scelte orarie...

Luciano Bubbola

Pina De Martino ha detto...

Non so se ricorda il film "la Scuola" dove una certa professoressa Majello formulava l'orario interagendo con varie problematiche esistenziali del tipo: far coincidere le ore buche con quelle della persona amata.... E se la commissione avesse progettato di far incontrare anime affini? e poi tutto è relativo.... recenti teorie mettono in discussione l'esistenza del tempo, secondo la quantistica il tempo non esiste. Il tempo è, come la velocità media dell’acqua di un fiume, nient’altro che una nozione media e approssimata, utile solo a scale molto grandi rispetto alla trama minuta del reale. Per comprendere questa trama minuta dobbiamo fare uno sforzo di immaginazione che ci porti fuori dalle nostre abitudini: pensare il mondo senza pensare al tempo.

luciano61 ha detto...

Gentile Preside,
La ringrazio per questi Suoi cortesi chiarimenti e... riferimenti filosofico-filmici (anch'io adoro i film che nel tempo lasciano una traccia di sé...); posso consigliarLe il breve saggio di Giuliano Toraldo di Francia "Tempo Cambiamento Invarianza", PBE, Torino 1994?
In tale testo il 'tempo' ha una sua valenza soggettiva e pure oggettiva nella vita degli uomini... al di là delle personali affinità elettive e/o orarie...
Grazie
Luciano Bubbola